L’abitudine ci porta a immaginare strutture ricettive di tipo tradizionale che soddisfino le esigenze del turista, ma ci sono molte idee alternative: così accade anche per un tipo di accoglienza che si distingue e cioè l’albergo diffuso.
Prima di tutto spieghiamo di cosa si tratta, in modo da comprendere meglio questa interessante realtà che, dagli anni 90, ha iniziato ad affacciarsi nel mercato italiano.
Prendiamo ad esempio un piccolo borgo, oppure un centro storico d’interesse. In questi luoghi si possono valorizzare vecchi edifici e strutture poco utilizzate, andando a comporre una struttura ricettiva unitaria.
Potremmo interpretarli come degli alberghi orizzontali che dispongono di camere e servizi situati in edifici differenti ma vicini tra di loro.
La forma imprenditoriale di gestione unica, rende sicuramente più facile per il pubblico trovare alloggio nei centri storici. Uno stile di soggiorno a contatto con i residenti, che presenta, però, tutti i vantaggi dei servizi alberghieri.
Questa formula attrae molto i viaggiatori e consente, al tempo stesso di valorizzare edifici chiusi. Si offrono accoglienza, camere e servizi senza dover ricorrere a edificare nuove costruzioni.
Ed ecco nascere tante realtà che propongono vari stili di ospitalità, autentici, legati alla storia e alle tradizioni locali.
Lontano da qualsiasi standardizzazione, la singolare cultura dell’accoglienza di un luogo viene presentata in un modo strutturato e convincente.
La storia italiana è talmente variegata da riuscire a proporre mille idee di ospitalità differenti. Sono tantissime storie di vita vissuta che rendono la nostra penisola unica al mondo e che possono emergere anche grazie all’albergo diffuso.
I principali punti di forza dell’albergo diffuso
Questo tipo di ricettività presenta parecchi vantaggi. Quali? Ecco un breve elenco delle sue caratteristiche peculiari.
- Soddisfa le esigenze del pubblico più esperto. Chi viaggia spesso e ha sperimentato varie formule di ospitalità cerca strutture nuove. Ambienti che sappiano rispecchiare e trasmettere le caratteristiche della località in cui si trovano.
- Profondo rispetto per l’ecologia e le varie realtà. Invece di costruire ex novo, l’albergo diffuso consente di recuperare il patrimonio culturale e artistico del territorio. Se ne avvantaggiano soprattutto i piccoli borghi, ma trova motivi di sviluppo anche negli antichi centri storici di città d’interesse storico.
- Incrementa reddito e occupazione, soprattutto nei centri minori. Ciò avviene in modo organico, senza stravolgere ambiente, abitudini e identità del territorio.
- Rivitalizza un centro, soprattutto quando la reception dell’albergo diffuso funge anche da ufficio informazioni. Si possono creare delle partnership con i Comuni e le Pro Loco, offrendo iniziative culturali di vario tipo.
- L’aspetto autentico dell’offerta. Gli ospiti, grazie a questo stile d’accoglienza, possono provare esperienze reali in luoghi che non sono nati come strutture alberghiere, ma come abitazioni. Luoghi permeati di storia quotidiana, tradizioni e cultura.
- La proposta articolata. Chi sceglie questo tipo di soggiorno si trova di fronte un ampio ventaglio di scelte, suggerite da un unico operatore. Ci sono più tipi di soluzioni, più o meno vicine al centro, presentate a prezzi differenti. In questo modo il target si allarga ad abbracciare un folto pubblico.
- L’originalità dell’idea. La particolarità della proposta conduce a più visibilità nei confronti dei viaggiatori e ha più vantaggi nel posizionarsi nel mercato turistico. E il termine “albergo diffuso” non si traduce ma resta indicato in italiano.
- I servizi garantiti. Ristorante, sale meeting, colazione in camera e altri servizi sono molti e personalizzati. Il pubblico si sente più coinvolto e quindi è più facile fidelizzarlo e stimolare il passaparola.
Qual è lo stile di gestione?
Un piccolo spazio a parte lo dedichiamo ad esaminare le principali caratteristiche della gestione. Lo sappiamo, questo tipo di ospitalità è molto particolare ma l’atmosfera originale che lo caratterizza è un plus valore. I servizi di cui abbiamo già parlato e il forte legame con il territorio lo rendono particolarmente appetibile.
Permeato dello spirito dei luoghi, rispecchia anche la personalità di chi lo ha ideato. Nasce con lo scopo di offrire esperienze legate al territorio, rispecchiandone i ritmi e aggiungendo tutte le proposte di una particolare località. Enogastronomia e prodotti tipici, eventi, sport, attività e tipicità entrano a far parte di proposte e servizi extra.
C’è da aggiungere inoltre che la proposta può distinguersi ulteriormente abbracciando un tema specifico: artistico, sportivo, culturale oppure legato alle tradizioni locali.
Come nasce l’albergo diffuso
La prima idea spunta in Carnia, a seguito di un evento catastrofico qual è stato il terremoto del 1976. C’era la necessità di usare a scopi turistici borghi fantasma e case disabitate e ristrutturate.
Il primo utilizzo del termine avviene nel 1982 grazie a un progetto pilota presentato a Comeglians da un gruppo di lavoro particolarmente lungimirante.
Nel corso degli anni 80 si diffonde e si sviluppa in Emilia Romagna nella realtà della Val d’Enza e nel Sannio, a Vitulano, in provincia di Benevento.
In questi casi si punta, principalmente, a sfruttare case abbandonate ed edifici vuoti per animare e valorizzare piccoli centri storici.
Più che altro, cioè, si tratta più di marketing product oriented che di rispondere alle domande di esperienze legate all’immersione nello stile autentico delle varie località.
Dalla fine degli anni 80, invece, ci si concentra maggiormente a creare un modello di accoglienza alternativo, che si distingue dalle altre proposte. Questo corrisponde maggiormente all’idea originale che si focalizza sull’accoglienza e sulle esigenze degli ospiti.
Il fascino di ambienti situati in un centro storico, con i servizi di un albergo ma a diretto contatto con i residenti, oggi sa rispondere a una precisa richiesta da parte dei viaggiatori.
Le principali problematiche degli esordi
Anche nel caso di questa particolare proposta ricettiva turistica ci sono stati dei problemi che hanno reso più difficoltoso il passaggio dall’idea alla realizzazione vera e propria.
Si inizia dal tardo riconoscimento degli alberghi diffusi da parte della normativa. Il primo arriva in Sardegna nel 1998.
Un altro problema riguarda una certa resistenza da parte dei proprietari delle abitazioni che non erano convinti di cambiare le modalità tradizionali d’affitto. Non si fidavano della formula innovativa e, piuttosto, preferivano tenere le case sfitte.
Nel 2000 finalmente nasce l’Associazione Nazionale degli Alberghi Diffusi e, parallelamente, vengono organizzati i primi convegni nazionali sul tema. Conferme importanti che danno una spinta a questo tipo di ricettività tuttora in evoluzione.