Stagionalità del turismo e sostenibilità: il caso di Jesolo
Le grandi località balneari sia nazionali che internazionali soffrono del problema della stagionalità turistica. Per questi luoghi il business, infatti, si concentra esclusivamente nelle stagioni estive, a fronte di una bassa domanda nel periodo invernale. Vediamo come si può far fronte al problema della stagionalità, facendo riferimento al caso di Jesolo Lido di cui sono esperta.
Gli elementi della stagionalità: clima e servizi
Prima di analizzare il caso di Jesolo, occorre comprendere quali sono gli elementi principali che determinano la stagionalità del turismo balneare. E’ solo conoscendo il problema che si può tentare di risolverlo.
Ci sono due caratteristiche che determinano la stagionalità del turismo balneare. La prima è la condizione climatica dei mesi estivi, che rendono favorevole il binomio mare-sole. E’ in questo periodo, infatti, che i clienti prendono possesso delle spiagge, prenotano le vacanze, hotel, camere e case. Il secondo elemento della stagionalità sono, invece, gli eventi che vengono organizzati durante l’estate. Tra questi ricordiamo le manifestazioni popolari, le sagre, le fiere, ma anche concerti musicali ed eventi sportivi, nonché servizi di trasporto. Questi eventi stagionali attirano gente, aumentano gli introiti comunali e dei servizi terziari.
Nel momento in cui la stagione estiva termina, gli elementi della stagionalità vengono meno e con esso il business commerciale delle località balneari. Eppure si può porre rimedio alla destagionalizzazione turistica. Occorre, però, cambiare mentalità.
Il cambio di prospettiva sul concetto di stagionalità
L’esperienza mi porta a dire che la stagione intesa come periodo fisso dell’anno non esiste più. Le condizioni atmosferiche sono in rapido cambiamento e a volte lo fanno in maniera imprevedibile. Non bisogna più contare sull’estate come unica fonte di reddito per il turismo balneare. In certi anni lo stesso turismo stagionale, durante i mesi estivi, può essere messo in crisi da eventi atmosferici eccezionali e, pertanto, diventa necessario rifarsi in altri periodi dell’anno.
La stagionalità, di conseguenza, deve essere oramai considerata un periodo variabile. Alcuni anni il picco si può avere in luglio e agosto, in altri a settembre o maggio. Al contempo, bisogna incentivare i servizi anche durante i mesi invernali, come trasporti, infrastrutture, eventi, per attrarre gente anche nei mesi meno caldi. Molto spesso, infatti, musei, parchi tematici, servizi aprono soltanto in determinate stagioni, perché non ragionano come una collettività, finendo così per indebolire tutto il settore alberghiero e ristorativo.
Occorre cambiare prospettiva sulla stagionalità e diversificare gli investimenti. La stagionalità turistica va oramai ben oltre l’abitudine e l’aspetto economico. La stagionalità mostra le difficoltà di un territorio che, una volta superata a fatica l’alta stagione, non è più capace di garantire i servizi ai turisti stranieri, ma anche ai visitatori che desiderano passare qualche giorno fuori porta.
E’ la recente esperienza di Jesolo che me lo ha insegnato.
Quando la stagionalità viene meno: il caso di Jesolo
L’anno scorso gli albergatori di Jesolo hanno rischiato di mandare in fumo un’intera stagionalità, in quanto a Maggio del 2019 tutto il litorale è stato invaso da un’enorme mareggiata. Questo evento ha divelto buona parte della zona della Pineta, distrutto spiagge e portato un clima freddo insolito per un totale di oltre tre milioni di danni. Ciò ha causato la disdetta di appartamenti, camere, hotel da parte soprattutto di turisti di nazionalità tedesca per tutto il periodo estivo.
Nonostante questo, gli albergatori di Jesolo hanno continuato a credere nella stagione estiva perché avevano sempre fatto così, in forte difficoltà competitiva rispetto alla vicina Croazia. A settembre, così, si è determinata la fine della stagione in negativo. E’ stato però un grande errore!
Proprio in settembre, infatti, quando la stagionalità turistica era finita, le condizioni climatiche sono state straordinariamente miti e soleggiate. Quegli albergatori che hanno deciso, così, di investire in Settembre sono riusciti a recuperare le perdite estive. A differenza, invece, di quelli che hanno chiuso la stagione al 15 di settembre, come sempre avevano fatto. Bisogna mantenere proprio per questo aperte le porte dei servizi tutto l’anno!
Le mie proposte per rinnovare la stagionalità di Jesolo
Jesolo a mio parere, ha tutte le caratteristiche per diventare una destinazione attiva tutto l’anno, a tutto vantaggio di alberghieri, ristoratori e negozianti. E’ vicina ad una città museo come Venezia, un territorio lagunare unico al mondo, e dispone di numerosi appuntamenti come Jesolo Sand Nativity, il Christmas Village, il Carnevale Jesolano che hanno negli anni popolato la località anche al di fuori della stagionalità estiva. Bisogna investire anche al di fuori dei mesi più caldi!
Per fare in modo che questo avvenga, deve crearsi una sinergia tra tutti gli enti turistici di Jesolo, come l’AJA, Federconsorzi ed enti come Jesolo Turismo. La creazione di più eventi culturali e occasioni di aggregazione come eventi sportivi anche nel periodo invernale possono essere la chiave per un rilancio turistico. Attraverso la creazione di una strategia di marketing a lungo termine, si favorirebbe da un lato l’interesse da parte dei privati a mantenere le strutture aperte. Dall’altro si rinnoverebbe l’offerta turistica per clienti stranieri e italiani anche al di fuori dei mesi estivi. Il tutto per non rimanere vittima di una stagionalità che, come detto, non esiste più.
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Un saluto da Jenny, L’albergatrice che fa marketing